Gioco di specchi

Uthopia/tra Cielo e Terra

GIOCO DI SPECCHI

di Stefano Massini   regia Ciro Masella

con Marco Brinzi e Ciro Masella

scena lucie costumi Silvia Avigo  suono Angelo Benedetti

 

Stefano Massini, uno dei più grandi e premiati autori del nostro teatro, reduce dai grandi successi e riconoscimenti internazionali, entra nelle pieghe di un capolavoro immortale della letteratura mondiale, il Don Chischiotte di Cervantes, per regalarci una storia sospesa tra realtà e sogno. Un irresistibile duello teatrale fra due figure leggendarie, quella di Don Chisciotte e di Sancho Panza, alle prese con il segreto dell’esistenza e le domande che attanagliano ogni essere umano nel suo misterioso e meraviglioso viaggio sulla terra.

Una notte incantata e arcana. Un sogno che forse è un presagio. L’attesa dell’alba. E del suo verdetto. Sospesi fra Beckett e due clown, i nostri due leggendari figuri erranti di una Spagna inquieta si aprono l'uno all'altro, camminando in bilico sul precipizio della vita. Ciro Masella, dopo la felice esperienza de “La fine di Shavuoth” e de “L’Italia s’è desta”, torna ad immergersi nel mondo poetico di Stefano Massini, abitato stavolta da una coppia di personaggi immortali e irresistibili. Il nuovo testo inedito che Stefano Massini (dopo il premio speciale UBU, i riconoscimenti internazionali, le traduzioni e gli allestimenti da suoi testi in Europa e negli Stati Uniti, l’annuncio della prossima regia a cura di Luca Ronconi del progetto “Crollo: trilogia della Lehman Brothers”, che lo hanno a tutti gli effetti confermato come uno dei migliori e più prestigiosi autori del nostro panorama) ha scritto appositamente per Ciro Masella, parte dal Don Chisciotte di Cervantes, un capolavoro della letteratura di tutti i tempi, per costruire un duetto/duello verbale ed emotivo ad altissima tensione, un gioco di identità celate e dissimulate, di nascondimenti e svelamenti, di segreti e confessioni. Un incubo strano apre questo duello teatrale fra don Chisciotte e Sancho Panza. E' un incubo che parla di morte, di un albero e di un'alba. Nasce da qui, da questo presagio, il terrore di come occupare una notte che potrebbe essere l'ultima. Irrimediabilmente. Forse le ultime ore si potrebbero riempire litigando. O forse chiarendo chi si è davvero. O forse, ancora, togliendo dalle reciproche scarpe i sassi di un'esistenza fitta di dubbi. E ignorare così il conto alla rovescia di un sole che quando nascerà potrebbe spegnere ogni cosa. Sospesi fra Beckett e due clown, i nostri due leggendari figuri erranti d'una Spagna inquieta si aprono l'uno all'altro, camminando in bilico sul precipizio della vita. Solo l'alba, all'ombra di un albero nefasto, darà il suo verdetto. In bilico fra drammatica comicità e comica tragicità, il meraviglioso dialogo concepito da Massini ci porta nei meandri più oscuri e profondi dell’anima di due piccoli grandi uomini, ci accompagna nei territori più intimi del sentire umano, fra i rovi e gli sterpi delle nostre esistenze continuamente alla ricerca di sole, di luce, di infinito. Agli attori è richiesto di ingaggiare un vero e proprio “corpo e corpo” con una partitura che non lascia scampo, che pretende una tensione e una temperatura emotiva costanti. E a rendere ancora più forte e inedita l’operazione, il testo, e quindi anche la messinscena che si sta delineando, è stato concepito sull’inversione dei ruoli dei protagonisti, che di sera in sera si avvicendano nell’interpretazione dei due personaggi, contribuendo al gioco di specchi su cui è stata concepita l’intera operazione. 

La semplicità ingannata

LA SEMPLICITA' INGANNATA

Satira per attrice e pupazze sul lusso d'esser donne

Seconda tappa del progetto sulle Resistenze femminili in Italia.

Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti

e alla vicenda delle Clarisse di Udine

di e con Marta Cuscunà

Assistente alla regia: Marco Rogante.

Disegno luci: Claudio “Poldo” Parrino.

Disegno del suono: Alessandro Sdrigotti.

Tecnica di palco, delle luci e del suono: Marco Rogante, Alessandro Sdrigotti.

Realizzazioni scenografiche: Delta Studios; Elisabetta Ferrandino.

Realizzazione costumi: Antonella Guglielmi.

Co-produzione: Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto.

Con il sostegno di Provincia Autonoma di Trento-T-under 30, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia, A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, Assessorato alla cultura del Comune di Ronchi dei Legionari, Biblioteca Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Monfalcone, Claudio e Simone del Centro di Aggregazione Giovanile di Monfalcone.

Con il sostegno dei partecipanti al progetto di microcredito teatrale: Assemblea Teatrale Maranese-Marano Lagunare UD; Federico Toni; Laboratorio Teatrale Re Nudo-Teatri Invisibili; Nottenera.Comunità_Linguaggi_Territorio; Bonawentura/Teatro Miela-Trieste; Spazio Ferramenta; Tracce di Teatro d'Autore; L'Attoscuro Teatro - Montescudo di Rimini.

Liberamente ispirato a  Lo spazio del silenzio di Giovanna Paolin, (Ed. Biblioteca dell'Immagine, 1998)

Ph__Dido Fontana

Marta Cuscunà fa parte del progetto Fies Factory

Linee guida del progetto

Lo spettacolo “E' bello vivere liberi!” ha segnato la prima tappa di un percorso che ha come filo conduttore il tema delle Resistenze femminili nel nostro paese. Durante la lotta di Liberazione, le giovani partigiane avevano avuto un'intuizione molto importante nel considerare la Donna come una risorsa fondamentale per la pace e la giustizia, quindi per la società. Questa intuizione, che pure anticipava di molti decenni la nascita di un vero e proprio movimento femminista, aveva, in realtà, radici profonde nella storia del nostro paese già dalla seconda metà dell'Ottocento in avanti. Ma poco si sa di alcuni importanti tentativi di emancipazione femminile avvenuti in Italia già nel Cinquecento, immediatamente soffocati e dimenticati. Con questo nuovo progetto teatrale vorrei dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile; e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all'altra metà dell'umanità.

Il contesto storico

Nel Cinquecento avere una figlia femmina era un problema piuttosto grosso: agli occhi del padre era una parte del patrimonio economico che andava in fumo al momento del matrimonio. Avere una figlia femmina, equivaleva ad una perdita economica. Certamente una figlia bella e sana era economicamente vantaggiosa perché poteva essere accasata con una dote modesta, mentre una figlia meno appetibile o con qualche difetto fisico prevedeva esborsi assai più salati. Purtroppo però, in tempi di crisi economica, il mercato matrimoniale subì un crollo generalizzato e alla continua inflazione delle doti si dovette porre rimedio trovando una soluzione alternativa per sistemare le figlie in sovrannumero: la monacazione forzata.

La Resistenza delle Clarisse di Udine

Le monache del Santa Chiara di Udine attuarono una forma di Resistenza davvero unica nel suo genere.

Queste donne trasformarono il convento udinese in uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l'universo femminile dell'epoca. Ovviamente l'Inquisizione cercò con forza di ristabilire un ferreo controllo sul convento e su quella comunità di monache, ma le Clarisse riuscirono a resistere per anni facendosi beffe del potere maschile e creando, dentro il Santa Chiara, un'alternativa sorprendente per una società in cui le donne erano escluse da ogni aspetto politico, economico e sociale della vita.

 

La semplicità ingannata, oggi

Oggi c'è estremo bisogno di parlare di Resistenze femminili perché nella nostra società la figura femminile è molto contraddittoria: da un lato abbiamo bisogno di garantire per legge la presenza minima delle donne in politica attraverso le quote rosa; dall'altro proprio le donne sono al centro della vita mediatica in quanto merce di scambio tra politici e imprenditori corrotti...

La semplicità ingannata racconta da quali semi è nata la rivendicazione delle donne nel Cinquecento, nel tentativo di ridare slancio a una rivoluzione di cui non sentiamo più il bisogno, e forse non per un caso fortuito, ma per una precisa strategia che, anche se con modalità apparentemente diverse, ci schiaccia ancora sotto lo strapotere maschile.

 

Note di regia

Questo spettacolo, come anche E' bello vivere liberi! implica l'elaborazione di una storia da una prospettiva prevalentemente storica e documentaristica a una visione più artistica e contemporanea, disposta a varcare i confini del conosciuto, del filologico, del politicamente corretto.

La semplicità ingannata non è un documentario ma un progetto artistico dove il teatro è anche la possibilità di tradire il dato certo o quantomeno di considerare il dato certo come un punto di partenza, un trampolino per un racconto che abbia come soggetto principale la società e le donne e gli uomini che la compongono.

La scrittura del testo si è rivelata un parto faticoso anche per il continuo presentarsi del “grande interrogativo”: fino a che punto è lecito elaborare i dati senza che questa operazione si trasformi in un mero tradimento della verità storica?

In questo progetto ho cercato di elaborare alcuni lati della vicenda realmente accaduta con analogie che li rendessero più contemporanei e vicini a noi spettatori del ventunesimo secolo.

Per questo ho cercato di fare in modo che concetti come “eresia”, “dote” assumessero anche significati altri, più ampi di quelli letterali e che la “monaca forzata” diventasse simbolo non esclusivo della condizione femminile nel suo complesso. Una condizione che ha ancora bisogno di riscatto.

La semplicità ingannata parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo.

 

Scelte produttive

Insieme ai miei collaboratori, ho deciso di provare il  MICROCREDITO, per dare vita a una forma di produzione teatrale popolare, indipendente e condivisa. Quello che abbiamo chiesto non è stato un finanziamento a fondo perduto ma un microcredito che verrà restituito con l'eventuale acquisto di una replica dello spettacolo, favorendo contemporaneamente così anche la vita e la visibilità del lavoro teatrale. Si tratta di un progetto di Village Producing che si ispira al Village Banking, una delle metodologie di microcredito che sta salvando l'economia locale dei paesi poveri. Abbiamo proposto un'esperienza di “produzione teatrale partecipata” perché crediamo in uno sviluppo teatrale sostenibile dal punto di vista sociale ed economico. L'obiettivo è l'autosufficienza economica del progetto artistico, che vede nel microcredito non solo un puro strumento finanziario ma anche l'opportunità di creare una vera e propria forma di coesione sociale tra artisti e realtà teatrali.

 

Bibliografia

Lo spazio del silenzio di Giovanna Paolin (Ed. Biblioteca dell'Immagine 1989)

L'eterodossia nel monastero delle Clarisse di Udine nella seconda metà del '500 di Giovanna Paolin, Collectanea franciscana, periodicum cura Instituti Historici (Ordinis Fratrum Minorum Capuccinorum Editum, 1980)

La semplicità ingannata di Arcangela Tarabotti, a cura di Simona Bartot (Ed Il Poligrafo, 2007)

L'Inferno monacale di Arcangela Tarabotti, a cura di Francesca Medioli (Ed. Rosenberg&Sellier, 1990)

Satira e antisatira sul lusso donnesco di Arcangela Tarabotti, a cura di Francesca Buoninsegni (Ed. Salerno, 1998)

Donne e monache: quindici secoli di vita friulana tra cronaca e storia di Giuseppe Marcotti (Ed. Tarantola-Tavoschi, 1975)

I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (Ed. Scolastiche Mondadori, 1946)

Ave Mary di Michela Murgia (Ed. Einaudi, 2011)

Sii bella e stai zitta di Michela Marzano (Ed. Mondadori 2010)

Il calice e la spada di Riane Eisler, (Ed. Frassinelli, 1987)

La sposa cristiana ossia la donna secondo il cuore di Dio di Laura Di Barezia (Ed.Ferrari, 1938)

Eco delle Terre

 

“Intona la tua canzone a piena voce, poiché cantare è ancora possibile.

E se un giorno vorranno spezzarti

tu dovrai ergerti alto come una palma nel deserto che vuole raggiungere il cielo.

Il tuo canto fra gli uomini fa palpitare di gioia il cuore nella notte

e fa guarire le ferite di coloro che sono stati feriti

Danzi?

Io danzo mio malgrado!”

(Canzone Gitana) 

La storia di un popolo è la storia di una donna evocata nelle movenze, nei gesti, nei ritmi scanditi dai piedi scalzi nella danza.

Valli è come un rampicante, si sposta da una terra all’altra volteggiando, immemore delle sue radici perché distratta, leggera come l’aria. Ovunque vada lascia un po’ di sé e intesse racconti fatti di tanti piccoli lembi, tante piccole storie cantate, danzate o narrate, patrimonio di coloro che l’hanno ospitata, le hanno dato momentanee radici prima che si innamorasse di una nuova brezza.

Cresciuta tra le popolazioni nomadi delle regioni montuose del Tamil Nadu, seguirà il richiamo del mare portato dal vento e dalle melodie incantatrici dei flauti che le insegneranno a danzare e la condurranno nei templi dove le vecchie sacerdotesse la inizieranno all’arte del racconto  del canto.

Ma, data la sua sbadataggine, un giorno cadendo dagli scalini del tempio e sbattendo la testa contro una colonna d’avorio….si convince di essere stata ipnotizzata da un fachiro Nano che, ogni qualvolta soffia il vento dell’ovest, le suggerisce di spostarsi verso nuovi confini. Comincia così il suo viaggio che la condurrà tra i mercanti di spezie e le danzatrici Ghawazi del medio oriente, poi in Grecia tra i cantastorie nei villaggi sul mediterraneo. Risalirà poi l’Italia Dalla Magna Grecia allo splendore  di Venezia, dove un giovane Poeta zoppo ma abile nel parlare la porterà ancora più a Ovest, tra i canti flamenchi e i lamenti dei marinai portoghesi.

Spettacolo sullo stile dei cantastorie sui sentieri dei Gitani. Volto alla valorizzazione del repertorio di canti, musiche e danze del folklore e delle tradizioni legate soprattutto alle  terre che questo popolo ha attraversato impregnandosi di volta in volta di colori, tradizioni, profumi,  atmosfere, echi di linguaggi, espressioni e gestualità.

 

di e con: Simona Boni

grafica e visual: Laura Fanelli

sguardo esteriore: Compagnia Madame Rebiné

 

 

 

Seminario intensivo di scrittura teatrale partendo da “L’interpretazione dei sogni di Freud”, condotto da Stefano Massini

 

 Contenuti-Obiettivi del laboratorio

Un seminario per esplorare l’interazione fra sogno e scrittura teatrale. Per farlo, partiremo da uno zoom su un capolavoro della psicanalisi moderna. Capolavoro e pietra miliare non solo nel campo della psicanalisi, ma di tutta la cultura moderna, “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud ha letteralmente aperto il secolo scorso, essendo pubblicato nell’anno 1900. Nell’analisi di Freud il sogno è né più né meno un mezzo tra i più validi per rielaborare fantasie rimosse durante il giorno, che vengono rappresentate come in una specie di teatro durante la notte. Dunque c’è – secondo Freud – un fortissimo legame fra il sogno e il teatro. Si può dire che il sogno sia una commedia, dove ogni cosa si ripresenta camuffata. Con un nuovo ruolo. Ma di infinita e maggiore autenticità. Nel corso di questo laboratorio di scrittura, il drammaturgo e regista Stefano Massini partirà da alcune delle più note pagine del volume per addentrarsi in uno studio sulle possibilità/potenzialità di questo materiale “incandescente”, figlio al tempo stesso della scienza e della visione, dell’empirico e dell’astratto. Un viaggio nella drammaturgia dell’onirico, che sfrutta le strutture narrative del sogno e le sue filiazioni surreali, in un continuo gioco di rimandi fra dialogo reale e astrazione iconoclasta. Il sogno in fondo è partenza e arrivo di tutto quello che attiene alla creatività umana, e dunque al teatro. Partiamo da Freud per interrogarci su come il sogno possa stimolarci e suggestionarci nella scrittura scenica.

Così il critico teatrale Simone Nebbia su “teatro e critica” racconta il seminario di Stefano Massini nella sua edizione a Brescia nel gennaio 2012:

“Certo di palestra si tratta, quando un drammaturgo come Stefano Massini si spoglia dei suoi testi, dei suoi successi, della sua qualifica di autore, e si immerge nella stessa acqua placentare in cui stanno cercando di nuotare – e nascere –giovani drammaturghi; una penna in mezzo alle penne misura la gittata dell’inchiostro, convoglia i loro desideri seguendo le curve del loro tracciato.”(Simone Nebbia)

Stefano Massini

Si veda il sito www.stefanomassini.it

Fiorentino (1975), autore e regista, Stefano Massini vince nel 2013 il Premio Ubu speciale “per l’insieme della sua produzione drammaturgica”. Nel 2015 il suo testo ”Lehman Trilogy” sarà diretto da Luca Ronconi per il Piccolo Teatro di Milano (nel cast fra gli altri Fabrizio Gifuni, Massimo Popolizio, Massimo De Francovich), mentre “7 minuti” sarà diretto da Alessandro Gassmann (protagoniste undici attrici capitanate da Ottavia Piccolo). Nel 2005 Massini vince il Premio Tondelli a Riccione Teatro con L'odore assordante del bianco. Da allora ha ricevuto i massimi premi: Flaiano, Fondi La Pastora, Franco Enriquez, oltre al Premio Nazionale della Critica. I suoi testi teatrali sono stati pubblicati, premiati, allestiti da attori di primo piano, tradotti in vari paesi del mondo e anche lì presentati con successo. Fra i titoli più noti: Processo a Dio con Ottavia Piccolo, il Trittico delle Gabbie, Frankenstein, Balkan Burger e infine Donna non rieducabile, spettacolo/memorandum su Anna Politkovskaja di cui girano attualmente almeno dieci produzioni diverse in tutto il mondo. Dal 2014 il suo teatro è pubblicato da Einaudi.

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI AL CORSO CONTATTARE:  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 3388787982

 

 

 

 

 

il programma completo

VENERDI 7 NOVEMBRE

Ore 21

Eco delle Terre, di e con: Simona Boni

Ore 21,30

La semplicità ingannata-Satira per attrice e pupazze sul lusso d'esser donne di e con Marta Cuscunà (vincitrice del Premio Scenario Ustica 2009)

SABATO 8 NOVEMBRE

Ore 21

Gioco di specchi, Uthopia/tra Cielo e Terra

 SABATO 8 dalle 15 all 20

DOMENICA 9 dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17

Seminario intensivo di scrittura teatrale partendo da “L’interpretazione dei sogni di Freud”, condotto da Stefano Massini (premio Ubu per la drammaturgia 2013)

DOMENICA 9 NOVEMBRE

Ore 21

Racconti dal diluvio (here comes the flood)Amorevole Compagnia Pneumatica

 

 GIOVEDI 13 NOVEMBRE:

Ore 21

Il meritato riposo Peso Specifico Teatro, (finalista al Premio drammaturgico Avamposti d’autore 2014)

Ore 21,30

 About the Prayer...the prayer about, progetto di ricerca danzata-primo studio/performancedi e con Veronika Aguglia

VENERDI 14 NOVEMBRE

Ore 21

Canti Richiami d'amore

Ginevra Di Marco e l’orchestra da camera Stazioni lunari in concerto

SABATO 15 NOVEMBRE

Ore 21

Mutu , Primaquinta Teatro,(Premio della Critica al Festival di Avignone Off 2012)

DOMENICA 16

Ore 21

Libero nel paese della resistenza , Compagnia Arditodesìo | Teatro Portland(menzione speciale Premio Museo Cervi 2014)

 

TUTTI GLI SPETTACOLI INIZIANO ALLE 21

INGRESSO A TUTTE LE SERATE 10€

INFO E PRENOTAZIONI: 380 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

INFO E PRENOTAZIONI LABORATORIO: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 3388787982

L'immagine scelta quest'anno per rappresentare la rassegna "Margini" è un'importante opera storica dello scultore Mauro Staccioli realizzata a Milano nel 1981, fotografata da Enrico Cattaneo. L'opera, un profondo scavo nel pavimento della galleria "Mercato del Sale", rappresentava una soglia, segnava un confine fatto per essere attraversato, varcato, proprio nel desiderio di superamento dei "margini" per conoscere un al di là tutto da scoprire.

 

 

 

 

 

 

vedi tutte le informazioni sui corsi

Laboratorio teatrale per adulti dai  25 anni in su

Martedi dalle  19,15 alle 20,45

Info: 3384145081

Il Laboratorio intende indagare le tecniche attoriali a partire dall’unicità e particolarità del singolo individuo, potenziando e sviluppando le caratteristiche personali. Curando ogni singolo passo dell’apprendimento dell’attore (recitazione, uso del corpo nello spazio, dizione e fonetica, improvvisazione, montaggio scenico, lavoro d’ensemble), si accompagnerà ogni partecipante alla scoperta del proprio potenziale. Rivolto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al teatro o approfondirne la conoscenza.  Condotto da Francesca Iacoviello

Lezione di prova  gratuita martedi 23  settembre

 

Laboratorio teatrale su Amleto di W. Shakespeare

Mercoledì dalle 21.00 alle 23.00

Info: 3473972843

Un percorso di pratica teatrale rivolto a tutti che avrà come filo conduttore la celebre tragedia di Shakespeare. Il lavoro di analisi del testo andrà di pari passo con la ricerca del proprio stare in scena, ciascuno con la sua unicità, la sua età, la sua esperienza e la sua immaginazione. Lavorando sul corpo, la voce, lo spazio e il ritmo, si andrà a costruire un codice comune che servirà da terreno per la creazione di possibili messe in scena. I personaggi dell’opera aiuteranno a evocare sentimenti e dinamiche dell’essere umano. Condotto da Santo Marino e Cristina Carbone

Lezione di prova  gratuita mercoledi 24  settembre

 

Laboratorio teatrale pe ragazzi e studenti dai 15 ai  25 anni

Giovedi dalle 19.00 alle 20,30

Info: 3472656886

Il laboratorio rivolto ai giovani vuole essere un’occasione di crescita e confronto artistico ed umano, dove la persona può sperimentare la sua creatività al servizio del gruppo e della relazione. Un laboratorio dunque di recitazione, drammaturgia e regia scenica collettiva e creativa. Condotto da Roberta Spaventa

Lezione di prova  gratuita giovedi 25  settembre

 

Laboratorio teatrale per ragazzi dai 10 ai 14 anni

Lunedi dalle 18,30 alle 19,45

info:3472656886

Il laboratorio si pone come luogo di sviluppo e di scoperta, attraverso il fare teatrale e i giochi collettivi, grazie ai quali il ragazzo riconosce regole e strutture all’interno delle quali sperimentare in piena libertà creativa. Condotto da Roberta Spaventa.

Lezione di prova  gratuita lunedi 22  settembre

 

Laboratorio teatrale per bambini dai 4 ai 5 anni

Lunedì dalle 17 alle 18

Info: 3476564327

Un quadrato magico,un’isola in cui i bambini possono entrare per giocare,trasformarsi e inventare. Per meravigliarsi e meravigliare,raccontarsi e raccontare con occhi corpo e voce.Spazio,silenzio,ritmo. Condotto da Cristina Carbone

Lezione di prova  gratuita lunedi 22  settembre

 

Laboratorio teatrale per bambini dai 6 ai 10 anni

Mercoledi dalle 17 alle  18

Info: 3476564327

Il laboratorio avrà come tema “Le avventure di Pinocchio” di C.Collodi.Il testo sara’pretesto per “giocare al teatro”: lavorare sullo spazio,sul ritmo,sulla voce,sulla relazione. “Come siamo disgraziati noi poveri ragazzi!tutti ci sgridano,tutti ci ammoniscono,tutti ci danno consigli.a lasciarli dire tutti si metterebbero in capo di essere i nostri babbi e i nostri maestri”. Condotto da Cristina Carbone

Lezione di prova  gratuita mercoledi 24  settembre

 

Laboratorio di canto in scena

Lunedì dalle 20 alle 21,30

Info: 3203439475

Rivolto a cantanti e attori per risvegliare e scoprire la propria presenza scenica nel canto. Si prevede una prima parte di rilassamento e di preparazione dello strumento vocale per poi lavorare sulla propria presenza scenica e coscienza di sé. Condotto da Lisa Severo

Lezione di prova  gratuita lunedi 22  settembre

 

Laboratorio di canto e movimento

Sabato dalle 15-17 + un sabato al mese intensivo di 6 ore (da definire)

Info: 3203439475

Condotto da Lisa Severo (attrice e cantante) e Rosita D’aiello (danzatrice)

Il laboratorio sarà diviso in 3 parti:

-Rilassamento e training fisico danzato

-Training vocale

-Momenti di coreografia danzata

Lezione di prova  gratuita sabato 27 settembre

 

Corso di lettura espressiva

Venerdi dalle 18 alle 19.30

Info: 3203439475

Un percorso di studio sulla lettura ad alta voce in cui si affronteranno diversi tipi di testo Dopo una prima parte di riscaldamento vocale si affronteranno di volta in volta testi di narrativa e testi teatrali, fiabe e poesie, per imparare a comunicare con la parola il gesto del pensiero. Condotto Lisa Severo

Lezione di prova  gratuita venerdi 26  settembre

 

Teatro terapia: gruppi e sessioni individuali

Su appuntamento

Info: 3472656886

Il teatro terapia come tecnica di conoscenza, approfondimento e trasformazione del sè. Il percorso verte verso la messa a fuoco e la trasformazione creativa di aspetti del se che possono essere fonte di blocchi e di inibizioni o semplicemente per sperimentare nuovi possibili modi di costruire ed agire. Condotto da Roberta Spaventa.

 

Classi individuali di dizione

Su appuntamento

info: 3473972843

Percorso individuale pratico-teorico su voce, fonetica, dizione, lettura espressiva per migliorare il proprio modo di parlare. Condotto da Santo Marino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Alcune lettere di sostegno per la direzione di Peso Specifico al
TeTe-Teatro Tempio di Modena


11/04/2014
Ieri sera ho partecipato all'incontro organizzato dal TeTe aperto alla cittadinanza, il cui obiettivo
era informare progetto culturale e sociale (finanziato dal Comune di Modena, dalla fondazione
Cassa di Risparmio per Peso Specifico, per realizzare appunto quel progetto di riqualificazione del
quartiere) in quanto, lo spazio discrezione del nuovo parroco, che ha manifestato l'intenzione di
cambiare la gestione artistica, ed affidarla Ecco, quello che volevo dire è che mi ha molto colpito lo
stile di quest'assemblea. Un'assemblea così garbata, chi di cuore, chi con l'esperienza e chi con
argomentazioni e con le proprie testimonianze hanno fatto veramente toccata da questa bellezza
che si è creata e che ci appartiene. Ci ho pensato a lungo... non ho mai condivisione di suggerimenti
.. e di desiderio di continuare a fare comunità ... come in una Vera famiglia demonizzare nessuno..
nel rispetto e nella bellezza dell'essere. Grazie TeTe! io darò senz'altro il mio contributo
Personalmente ci tengo a comunicarvi il mio entusiasmo per le attività che svolgete con gli
adolescenti, attraverso Anche se si è trattato di un'esperienza breve per lui quest'anno, ho potuto
verificare personalmente come scoperto che esiste un potenziale espressivo e creativo anche in lui
e come insieme ci si può divertire e diventare "fenomeno") trovare delle situazioni sociali di
aggregazione non inutili, non banali e che ti aiutano a scoprire attività rivolte ai giovani hanno un
valore incommensurabile, considerando anche il vuoto, la superficialità Per quanto riguarda me,
oltre ad apprezzare il lavoro e le proposte laboratoriali, trovo bellissima l'idea di cooperative
giovanili e di alcuni agricoltori "eroi" che hanno a cuore l'ambiente e la persona e inoltre il gruppo
si è persa la memoria e la trasmissione da parte dei nostri vecchi, ma che oggi diventa quanto mai
necessario sapere quello che mangiamo e per valorizzarlo, dall'altra perché questa crisi economica
ci mette sempre ricreare un ponte di congiunzione con le generazioni dei nostri avi.
Per questo allora dico: grazie TeTe di esistere! e sosterrò la vostra causa e le vostre attività perché
mi rendo io vorrei continuare a vivere.
Monica Barbanti


A proposito della raccolta di segnalazioni riguardanti l'attività del TeTe e al fine di supportare la
vostra 'battaglia' (nel senso più pacifico del termine, che spero mi sia concesso) per tenervelo
stretto, vi lascio due righe anche da parte mia.
Scrivo da distante sostenitrice della vostra attività, stimo la vostra energia artistica e il vostro
tratto distintivo, ma vorrei anche sottolineare un fatto che nel mondo del teatro non è troppo
comune: l'apertura verso le altre realtà. Forse per dovere, ma credo anche per passione, il TeTe
ospita spessissimo gruppi teatrali di provenienza 'altra', tant'è che io vi ho conosciuti così: ospite a
casa vostra con Italianesi, con il gruppo Sted di Bulgarelli. E so di altri progetti che vengono portati
da voi certi della vostra disponibilità.
Da lì seguirvi con piacere è stato facile, anche grazie alla musica nel giardino estivo, alle poltrone
sotto la tettoia e all'intimo e bellissimo spazio che avete a disposizione e che spero vivamente di
poter ancora utilizzare con la vostra presenza.
In bocca al lupo,
Elisa

Gentili responsabili della gestione "Teatro Tempio", avendo raccolto l'invito su Facebook per un
incontro che si è svolto giovedì 10 Aprile scorso, mi sono trovato immerso in una bellissima
assemblea pubblica nella quale, con pacatezza e senso civico, si sono alternati i diversi contributi
dei presenti, da semplici cittadini fruitori casuali, a toccanti testimonianze dei giovanissimi che
hanno descritto l'importanza dei vostri corsi.
Alcuni di voi poi, ci hanno illustrato in modo puntuale ed esaustivo tutto l'operato della vostra associazione sia dal punto di vista formativo, con la gestione di
corsi di teatro rivolti ai più giovani, sia sul versante creativo con l'offerta di numerosi
spettacoli teatrali che hanno visto la vostra piccola ma singolare realtà inserirsi a pieno titolo
nell'offerta delle attività artistiche della nostra città.
In quella sede, abbiamo scoperto che di lì a poco l'attuale direzione artistica dovrebbe essere
assoggettata al controllo di un consiglio che ne porterebbe a limitarne la libertà di azione e di
scelta. È chiaro che un qualsiasi tipo di controllo operato sull'organo direttivo, di fatto ne sacrifica
l'identità e la propria peculiarità. Peculiarità che fino ad ora ha reso al TeTe una propria visibilità
in rapporto al panorama teatrale della nostra città.
Mia convinzione è che è fondamentale che tutto ciò non venga perso e che si debbano percorrere
tutte le strade possibili cercando di venire incontro sì al nuovo assetto della dirigenza, ma
evitando di sacrificare la propria indipendenza artistica.
Si è visto in passato che una gestione a più mani, soprattutto con idee e sensibilità differenti, è di
fatto una chimera.
Auspico che a fronte di una collaborazione fattibile tra varie realtà conviventi all'interno della
stessa struttura, si possa mantenere quella necessaria indipendenza creativa che è l'humus che ha
fatto germogliare il TeTe e lo ha portato a ciò che conosciamo oggi.
Il mio più vivo "in bocca al lupo" saluti
Roberto Formentini

Questa lettera è dedicata a tutti quelli che hanno conosciuto la realtà modenese “Teatro Tempio” e
a tutti coloro che ancora la devono scoprire.
Io ho potuto conoscere il Tete come spettatrice, come artista, come amica e conoscente, come
partecipante e acquirente dei mercatini organizzati nel cortile... Il Tete è una realtà viva, creata con
la fatica, la volontà e la passione (quella vera, profonda!).
Il Tete è una realtà aperta, che dà la possibilità di vedere spettacoli teatrali di livello, di provare e
creare nuovi lavori, di stare assieme e riunirsi, di confrontarsi e fare attività anche non
strettamente legate al teatro, ma molto umane.
Esistono poche realtà così e quelle che ci sono valgono oro!
Realtà semplici, senza pretese, ma davvero curate e funzionali.....con un'apertura verso tutti...
….non se ne trovano facilmente.
Ritengo che sia proprio ciò di cui giovani e non, artisti e non, abbiano più bisogno!
Quando succede che da un deserto esistenziale e da una chiusura generale viene fatta nascere e
coltivata una pianta così bella e profumata.....è davvero un peccato gettarci sopra diserbante.
Io credo che bisogna seguire l'esempio di apertura che stanno dimostrando Roberta, Santo,
Francesca, Lisa, Chiara, Cristina...
Non chiudersi, non impedire, ma fare nascere!!! Collaborare!!!
Abbiamo bisogno di luoghi dove vedere cose meravigliose, dove creare e dove incontrare....dove
(ripeto) FAR NASCERE!
L'arte va sostenuta, non seppellita. C'è bisogno di coraggio!.....da parte di tutti!!!
Un saluto sincero a voi, che avete il cuore grande,
Marta Mingucci


Carissima Roberta, Ti scrivo per esprimerti tutta la mia solidarietà e tutto il mio sostegno
affinché il laboratorio e i corsi da te organizzati presso il teatro Tempio possano continuare.
In qualità di cittadina modenese non posso fare altro che ringraziarti per l'impegno profuso
nel realizzare percorsi artistici ed evolutivi per ragazzi e adulti di qualità elevata. Quello che tu
fai con le persone va oltre la mera didattica teatrale. Come psicoterapeuta, inoltre, posso dire a
pieno titolo che i tuoi laboratori aiutano le persone a crescere ed evolvere. Grazie al tuo lavoro
non solo fai avvicinare all'arte, ma anche e soprattutto, fai prendere loro contatto con il
proprio mondo interiore.
Mi auguro che la mia voce unita a tante altre possa far indurre un momento di riflessione in chi sta pensando di sospendere il vostro preziosissimo lavoro.
Interrompere i vostri laboratori sarebbe come interrompere il percorso evolutivo delle
persone che segui. Penso soprattutto al gruppo di giovani che con passione segui. In un mondo
dove tutto è all'insegna del materiale e della individualità, dove si è perso il senso della
comunità, i tuoi laboratori diventano un luogo sicuro e protetto in cui il giovane può prendere
consapevolezza di sé, della bellezza dell'arte, ed apprendere importanti capacità espressive.
Se pensi che possa aiutarti, puoi far leggere la mia mail a chi di competenza.
Con tutta la mia stima,
Dr.ssa Elisabetta Razzaboni
Psicologa - psicoterapeuta - dottore di ricerca in psicologia clinica.

Io ho partecipato solo due anni al Tete, ma mi rammarico di non aver continuato a causa di altri
impegni. Perché solo adesso mi rendo conto che quella che appariva come una noiosa routine degli
esercizi che Sandro e Cristina ci facevano eseguire in realtà sgombrava la mente da tutte le
preoccupazioni quotidiane e focalizzava i nostri sforzi a ciò che avremmo dovuto fare. Un pezzetto
della mia giornata in cui mi allontanavo da tutti i problemi che mi assillavano e in cui mi perdevo
nei sorrisi e nell'aria di leggerezza che si respirava nel gruppo. Un gruppo che ogni volta è sempre
diverso, per chi va e per chi viene, ma che in men che non si dica diviene affiatato e coeso come un
diamante. Per questo non potrei concepire che lo splendido lavoro che ogni anno Sandro e Cristina
erano in grado di realizzare, dovuto all'estrema libertà di cui godevano, non potrà ripetersi per
quelli che verranno. La maestria di coinvolgere così vivamente un gruppo di ragazzi di differenti
interessi e caratteri non si riscontra molto facilmente oggigiorno, né la loro disponibilità e solarità.
Luca Cavallini

Salve, sono una studentessa fuori sede che studia a Modena da 5 anni.. ma da un anno a questa
parte non mi sento piu "fuori sede" perche ho scoperto il TETE!
I ragazzi di Peso specifico, facendo teatro, offrono un servizio sociale a questa città, affiancano
realtà opposte, cancellano pregiudizi e razzismi, avvicinano generazioni, diffondono cultura e arte,
arricchiscono il TeTe con tutti noi!
Ho iniziato a fare teatro per motivi completamente diversi da quelli che mi portano oggi a sentirne
il bisogno!
Ho scoperto una piccola grande realtà che, con discrezione, professionalità, serietà, capacità,
passione, simpatia e disponibilità, ha saputo riempirmi, insegnarmi, accompagnarmi, sostenermi
nella mia quotidianità.. ho trovato una piccola famiglia e un porto sicuro dove rifugiarmi e
confrontarmi.. Le spiego meglio..
Il TeTe non è solo teatro, ma molto di piu.. il TeTe è il mio SPECCHIO, mi permette di leggermi
dentro , di decifrarmi, di mettere fuori in gesti e parole quello che non riesco ad esprimere in altre
situazioni, mi permette di conoscere a fondo il diverso che c'è attorno e dentro ognuno di noi, mi
sprona verso l'impegno la costanza e la passione fondamentali per il nostro comune progetto, mi
permette di crescere con il confronto e, cosa molto importante, con la spontaneità.. questa è una
qualità del loro modus operandi non indifferente e non così scontata, perchè Peso specifico
insegna l'arte del teatro lasciando all'allievo la possibilità di mettere fuori la propria persona!
Loro non ci insegnano a recitare ma ad esprimerci! Ecco come nascono "attori autentici"! Questo è
il TeTe per me!
La ringrazio per l'attenzione!
ENRICA ROBERTI


Ciao Francesca,
E' con grande piacere, ma anche con un po' di preoccupazione, che scrivo questa email per
sostenere il Tete. Piacere perché sono convinto che sia per una causa più che giusta,
preoccupazione perché se il Tete fosse obbligato a traslocare sarebbe sicuramente una grande perdita. Ho avuto la possibilità di conoscere in modo più approfondito questa realtà grazie al corso
di teatro che sto frequentando.
Ma già in passato per me il Tete non era un oggetto sconosciuto e non poteva essere altrimenti
vista la vicinanza e vista la vocazione di questa associazione (se così posso chiamarla) a diventare
un punto d'incontro aperto a tutti e all'insegna di valori in cui credo fermamente. Il mio primo
contatto è avvenuto tramite un corso su come coltivare gli orti gentilmente ospitato dal Tete, così
come hanno ben sottolineato gli organizzatori.
Successivamente ho frequentato il Tete come fruitore del GAS (gruppo di acquisto solidale) e per
partecipare ad iniziative come "Equocentrico" volte alla promozione dell'economia solidale e
dell'ecologia.
E' quindi chiaro che stiamo parlando non solo di un gruppo teatrale (che già di per sé meriterebbe
alta considerazione) ma di un gruppo di persone che promuove con passione valori come la
solidarietà, la sostenibilità, la tolleranza. E non si tratta solo di belle parole sulla carta ma si tratta
di valori che frequentando il Tete si possono toccare con mano.
Posti che promuovono la cultura, la solidarietà, la sostenibilità, la tolleranza non andrebbero mai
ostacolati ma appoggiati e incentivati. Di posti così a Modena ce ne vorrebbero tanti e il Tete
dovrebbe essere un esempio. Perché costringerli a traslocare? Questa sarebbe una grave perdita
per il quartiere che ospita il Tete ma anche per tutta la città. Il Tete è un piccolo barlume di luce in
una società in cui a regnare sono l'individualismo, la superficialità e l'arroganza. In una situazione
come quella attuale di crisi economica e di valori, il Tete svolge a mio avviso un ruolo sociale di
fondamentale importanza.
A voi tutto il mio appoggio. NO ALLA CHIUSURA DEL TETE!!!
Roberto

Io conosco il Teatro Tempio da alcuni mesi avendo iniziato in settembre un corso di teatro, ma è
bastato davvero pochissimo tempo per capire che si tratta di molto di più di un semplice corso di
teatro, di un semplice insegnamento di nozioni e tecniche. E' un percorso a 360 gradi che è difficile
riassumere in pochissime righe. Posso provare a farlo utilizzando un episodio successo non molto
tempo fa. I ragazzi di Peso Specifico avevano organizzato un incontro aperto e libero a tutti per
fare un po' il punto della situazione, per avere dei feed back sul loro operato da parte della
Popolazione. Già il fatto che abbiano organizzato questo incontro è di per sè qualcosa di fantastico:
Professionisti ed Artisti che si mettono in gioco, che non hanno paura delle critiche e dei consigli
ma, anzi, che vedono in essi uno stimolo e una risorsa per crescere e a migliorare. E, proprio in
questa serata, oltre ad aver visto la sala gremita di gente, segno dell'attenzione e dell'affetto che la
Popolazione riserva loro, sono stato testimone di interventi accorati e a volte commoventi di
persone di qualsiasi età che raccontavano le loro esperienze: dall'uomo adulto che raccontava del
magnifico corso di teatro alla ragazze delle medie che li ringraziava per averla aiutata a superare la
sua timidezza. Questo, solo per citarne alcuni. Ed ho avuto un'ulteriore conferma del ruolo sociale,
oltre che artistico, che i ragazzi d Peso Specifico compiono tutti i giorni con dedizione ed impegno.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, ho capito di aver fatto la scelta giusta già dopo
pochissimi giorni. E' bastato poco per capire che si tratta di Artisti e di Professionisti che mi hanno
aperto un mondo, che mi hanno avvicinato ancor di più alla Meraviglia del Teatro, che mi hanno
commosso ed emozionato con i loro spettacoli. Ma, ciò che più conta, sin dai primissimi giorni ho
capito di non essere semplicemente uno delle tante persone iscritte ai loro corsi, semplicemente
un "utente", ma mi hanno fatto sentire qualcosa di più! Di molto di più! Mi sono sentito a casa, mi
sono sentito partecipe di un gruppo e di un progetto, come se anch'io fossi "uno del Tete" da
sempre! Perciò non ho il minimo dubbio: il Tete è stata la scelta giusta!
Continuate così, ragazzi!
Sergio Nuccio

Sarebbe come chiedere ad un bambino perché gli piace la cioccolata? A quale bambino non piace?
Mi sono iscritta per quelle scommesse che arrivati a un punto della vita puoi fare solo con te
stessa... Una scommessa vinta: un ottima insegnante, ironica, acuta e soprattutto viva, un gruppo affiatato e mai banale e soprattutto un ambiente fatto di persone, persone che vivono di passione,
what else?
Valentina Fei

Ho iniziato a vivere il Tete circa quattro anni fa, grazie a un corso di Teatro dell'Oppresso e da quel
giorno non mi sono più allontanata. Ho usato il termine "vivere" anziché "frequentare" o
"conoscere" perché per me il Tete è casa, qui ho trovato una famiglia e ho scoperto una parte
fondamentale della mia vita. Devo quindi ringraziare la Compagnia Peso Specifico che è riuscita a
trasformare questo luogo fisico in una risorsa rara e preziosa che si nutre e al contempo nutre la
nostra città di arte, passione, formazione e informazione teatrale, concerti, rassegne, ma anche
relazioni, incontri, occasioni di condivisione e partecipazione attiva.
Spero si riesca ad arrivare a un accordo che permetta alla compagnia di mantenere la direzione
artistica dello spazio.
Grazie di cuore per tutto quello che mi avete e continuate a darmi.
Vvincenzi


A chi deciderà le sorti del TeTe,
Giocare è facile, divertire è una conseguenza, accogliere è una dote.
Ma addomesticare è un dono.
In un'infinità di luoghi di ritrovo chiunque può sentirsi accolto e affascinato dalle persone che vi
lavorano, ma solo al tete ci si sente, passo dopo passo, addomesticati.
"Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila
ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe
uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai
per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo". Tratto dal piccolo principe, per me
racchiude il significato più profondo dei quasi due anni passati come allievo degli splendenti attori
della compagnia "Peso Specifico".
Ci si sente parte di un percorso, di un cammino, che nessuno di noi vuole interrompere. Il mio
desiderio è che Roberta, Sandro, Francesca e tutti gli altri restino a coltivare il loro progetto che
importante non solo per loro, ma per tutti coloro che, come me, si sono sentiti addomesticati.
Marco De Pietri


Il Tete nasce con lo spirito di un luogo in cui le emozioni posso correre liberamente nell'aria.
Frequento questo teatro da quando è nato: non ho mai smesso perché mi ricorda casa mia. E le
persone hanno sempre bisogno di un luogo che gli ricordi la propria casa. Penso al Tete e mi viene
in mente una parola: spensieratezza. Ecco che le giornate si fanno pesanti, piene di pensieri,
macchinose e intrise di quotidiana fatica però stasera vado a teatro e...non è nemmeno da dire:
tutto si scioglie con la magia della libertà di un luogo che sa conoscere nel profondo l'animo delle
persone. È la qualità di un posto come questo che fa la differenza nella società e crede ancora che
la creatività sia necessaria per la vita di ognuno. Luoghi come questi dovrebbero trovarsi ad ogni
angolo della città !
Anita Dalla Mura


Se c'è un luogo a Modena in cui ho potuto mettermi alla prova, quello è il Teatro Tempio. Che io
sappia a Modena non esiste un altro teatro che faccia questi tipi di corsi, non so neanche se ci sia in
tutta Italia. Non so Se esistono persone come quelle dell' associazione Peso Specifico che dedicano
tutta la loro esistenza a fare quello che amano, sperimentando, lavorando con passione e
ricercando sempre qualcosa di nuovo. Ponendosi come uno degli obbiettivi quello di aiutare gli
"attori" semplicemente a conoscersi, e magari a migliorarsi. Uno spazio così non può essere
chiuso. Sarebbe come eliminare un piccolo posto sicuro che sembra cosi diverso dal resto della città, in cui i giovani e gli adulti possono sentirsi al sicuro e per poche ore togliere tutte le loro
barriere, paure e insicurezze. Per questi motivi credo che sarebbe un errore far andare via Peso
Specifico, perché si perderebbe un luogo magico, unico,ormai indispensabile per molti.
Alessia Cottone

Si conclude così la mia avventura al laboratorio teatrale del mio amato/odiato liceo.. 3 spettacoli
che non potrò mai dimenticare, un'esperienza stupenda per la quale vorrei ringraziare tutti i miei
"compagni di palcoscenico" di questi 3 anni, i registi Cristina Carbone e Santo Marino e tutta la
compagnia Peso Specifico, a cui auguro di gestire il TeTe ancora per molti secoli. Mi avete
insegnato che ogni cosa può diventare meravigliosa con un po' di coraggio in più...
Grazie di cuore a tutti
Sara De Sio


Quattro anni di teatro al tassoni, e altri ancora mi aspettano. Ma volevo esprimere la mia
gratitudine: per me il teatro non è stato solo "recitare", grazie ad esso, diventando qualcun altro
sul palco, riuscivo piano piano a scoprire parti della vera me stessa e a farle conoscere agli altri;
grazie a teatro prima di uno spettacolo riuscivo a provare in contemporanea mille e più emozioni
distinte; sempre grazie a lui ho trovato persone come me e soprattutto ho avuto modo di
rilassarmi e divertirmi. Ho aspettato il Giovedì con impazienza ogni settimana, si, per me il teatro
non è solo una distrazione, non un passatempo, prende sempre più spazio nel mio cuore e per
questo ringrazio particolarmente Santo Marino e Cristina Carbone, nonché tutti i miei compagni
di avventure: passate, presenti e future. Un grazie dal più profondo del cuore...
Asia Kurbatova
E' solo da quest'anno che mi sono avvicinata alla realtà del Tete, grazie ad un corso di recitazione
organizzato da Roberta Spaventa. Questo corso, con i suoi aspetti positivi e negativi, ha significato
e sta significando molto per me, poichè va ben oltre l'essere un semplice corso di recitazione.
Grazie a quest'esperienza sto imparando a conoscere meglio me stessa, ma ho anche conosciuto
gente meravigliosa che sta lasciando un'impronta nel mio cammino. Penso che il Tete sia proprio
questo: un punto d'incontro. Non solo con sé stessi, utile sì, ma sterile a lungo andare, ma
sopratutto con l'altro capace di farti vedere il mondo da una prospettiva diversa da quella con cui
lo si guarda normalmente. Questo processo è utile perché arrichisce le persone: il Tete riesce a
farti vedere molte cose, ma alla fine colui che decide ciò che tenere e fare proprio e ciò che lasciare
andare siamo solo noi stessi. Ma intanto si è avuto modo di vedere, capire, decidere e quindi
crescere.
Margherita Tiriduzzi


Cara Roberta
sono Marta, incomincerei col dire che scrivo questa lettera perché sono particolarmente legata al
Tete, a gennaio ho iniziato il corso di teatro con te, ero scettica, non sapevo come sarebbe potuta
andare, ma già alla prima lezione ero soddisfatta, il teatro e questo corso in particolare mi
regalano emozioni nuove ogni giorno. Mi danno la carica per andare avanti e per affrontare nuove
situazioni. Durante questi mesi hai fatto un grandissimo lavoro, sei stata disponibile, comprensiva,
presente. All'interno di questo corso si è formato un bellissimo gruppo. Non vorrei mai pensare
che l'anno prossimo potrebbe non esserci più questo spazio, dove è uno spazio in cui non solo ci
sono dei corsi e delle attività belle ed interessanti, dove entri ed esplori un mondo nuovo, ma le
persone all'interno del tete è come se ci abitassero.. è un po' come la mia seconda casa. Ci sono
giorni neri in cui non avresti neanche voglia di alzarti dal letto ma io mi alzo pensando ma se vado
a fare teatro beh dopo sto meglio. Ed è cosi. Non possono toglierci uno spazio dove andiamo a
conoscere, a sfogare le nostre emozioni ed il nostro corpo, a lavorare, a giocare. Volevo davvero
ringraziarti di cuore robbi per tutto, per l'impegno , la fatica e la voglia che metti in tutto ciò che fai per noi. 

Marta Orlandi

Conosco e amo il teatro da quando ero al liceo ma è la mia prima esperienza con il Tete. Il corso offerto e a cui ho partecipato durante questo anno è un'opportunità non solo per avvicinarsi ad un mondo affascinante come quello della recitazione ma è per avvicinarsi più profondamente a noi stessi. È un'esperienza culturale, un'occasione per socializzare e tutto questo è stato possibile grazie ai ragazzi del Tete e nel mio caso grazie alla nostra insegnante Francesca Iacovinello che ha preparato ogni lezione nei dettagli con fantasia e grande professionalità, dandoci la possibilità di esprimere al meglio le nostre capacità creative. Credo che Modena abbia bisogno di tutelare la cultura e un'opportunità così preziosa soprattutto per noi giovani. Maria Grazia

Cara Roberta,

Ti scrivo in qualità di genitore di una delle ragazze che partecipa ai tuoi corsi.
Quando mia figlia mi ha comunicato che per il prossimo anno scolastico i tuoi laboratori teatrali potrebbero essere sospesi, in me è sorto un grande rammarico. 
Rammarico perché da quando mia figlia partecipa ai tuoi corsi ha avuto la possibilità non solo di conoscere degli adolescenti suoi coetanei con i quali condividere una comune passione per il teatro, ma grazie al tuo lavoro di professionista ha potuto apprendere capacità comunicative ed espressive molto importanti per la sua crescita. 
In un momento sociale in cui i giovani hanno poche occasioni per potersi confrontare in modo autentico e guidato da persone esperte e preparate e non mediato da uno schermo come accade per nei social network,  tu ed il tuo lavoro rappresentate un esempio che le istituzioni che di occupano di politiche sociali hanno, a mio parere, il dovere di continuare a sostenere e mantenere nella nostra comunità. 
Nell'ultimo anno di frequenza, ho visto in mia figlia una maggiore capacità di aprirsi e comunicare con gli altri, di ascolto ed empatia, uno sviluppo della curiosità verso il mondo del teatro e dell'arte. Mi auguro che il tuo lavoro possa continuare presso il teatro Tempio, e da parte mia e di altri genitori cercheremo di fare il possibile affinché ciò accada. 
Grazie per quello che fai con stima e affetto,
Luca Cottone
 

Questa è “la solita lettera”.

Una di quelle che si scrivono la sera, prima di andare a letto, dopo una giornata intensa.

Una di quelle scritte ad occhi socchiusi, quasi sottovoce, per non disturbare nessuno.

Una di quelle lettere di memorie, pensieri, riflessioni, parole per parlare, riflettere, pensare e memorizzare.

Questa è proprio una di quelle lettere che non si leggerebbero mai perché “tanto figurati cosa ci salterà fuori”. Ma che neppure si scriverebbero perché “ma cosa vuoi che cambi va là”.

…esattamente come la mia passione per il teatro. Iniziata per caso, sotto consiglio di un’amica che in tarda notte, mi ha parlava di “…’sto teatro nuovo, carino veh?” in cui aveva fatto una prova.  E così all’improvviso nella mia mente una vocina “ma tu non avresti sempre voluto provare?”. La mia amica continuava a snocciolare dettagli sulla sua esperienza “è un teatro particolare.. si basa sulla pedagogia, una roba a sfondo sociale.” E la mia vocina “Pedagogia? Educazione? Teatro? Sei educatrice.. che aspetti?!Vacci!” E così fu. A marzo i miei piedi “sgranocchiavano” sulla ghiaia del cortile, e i miei occhi osservavano estasiati quelle sfere giganti che illuminavano il vialetto. Giunta vicino alla porta mi guardavo intorno “ma non c’è una sedia, un tavolino, una poltrona uguale all’altra…spettacolo!”. Fu un colpo di fulmine. Entrai timidamente e vidi una chioma di capelli che spunta da dietro una porticina. “Ciao! Io sono Luciana, tu sei…”. Viso cordiale, capelli da invidiare, accento spagnolo… mi sentii a mio agio in un secondo. Da quel giorno il Tete non lo mollai più. Dopo il mio “debutto” iniziai a pensare che io volevo qualcosa di più. Volevo capire come funzionava davvero il teatro. Volevo andare sul palco e sapere come muovermi. Non volevo diventare attrice… volevo semplicemente provare a recitare e, soprattutto, volevo ricavare un momento che fosse solo mio in una vita frenetica fatta di mille impegni.“Botanica per corpi unici”: teatro per adulti.  Ecco la soluzione. Ecco cosa mi serviva. Ed eccomi lì, nuovamente sul parquet di un palcoscenico, andando incontro a una nuova avventura.   E ci stavo così bene che non mi sembrava vero. Quattro anni di Tete, quattro anni s di quella che considero una “dipendenza teatrale”. Quattro anni di emozioni… quattro anni miei. Il merito? Uno solo non c’è. Il merito è di tante piccole, grandi cose, persone, momenti, attimi. Del gruppo Peso Specifico, che con le mille iniziative mi hanno permesso di passare delle ottime serate tra festival, spettacoli, installazioni; che un aperitivo rilassante dopo lavoro non me lo hanno mai negato; che credono in quello che fanno, che amano il loro lavoro, che non dimenticano che ci sei, e ti accolgono col sorriso. Di un’ insegnante e amica. Che mi ha fatto apprezzare il teatro nelle sue mille sfaccettature., facendola diventare una vera e propria passione. Del Tete stesso in quanto tale, perché i momenti difficili li ho passati anche io… e su quel divanetto davanti alla porta guardando quell’albero, ho pensato in silenzio tante volte, senza mai sentirmi di troppo, senza mai sentirmi un’estranea… ma sentendomi sempre in un luogo famigliare e piacevole. Non sono mai stata una persona costante nei miei hobby… forse perché non ne avevo mai trovato uno che potesse coinvolgermi. E al Tete l’ho trovata. Quella che chiamo “la mia dose di teatro settimanale” è diventata qualcosa di fondamentale per me, senza la quale mi sentirei come un puzzle senza un pezzetto. Questa è “la solita lettera”, scritta tutto d’un fiato, senza pensarci troppo… di quelle che quando finisci di battere l’ultimo carattere, ti chiedi “bah, ne sarà valsa la pena?” E allora io mi dico si. Perché anche se i fatti porteranno alla conclusione che la pena non ne sarà valsa, sorriderò in futuro pensando che ci ho messo un pezzettino di me per far capire che il Tete per me è importante… come per tanti altri

Una tetiana doc



 

Fiaba Incosolabile -The Woyzeck Effect

da George Buchner

di e con Francesco Rossetti

40 minuti

con un ringraziamento speciale a Claudio Morganti, Roberta De Piccoli, Stefania Delia Carnevali, Elisabetta Di Terlizzi, Arterie Teatro, Chiara Ferrin, Annabella Ferrin

 

La vicenda di Woyzeck interpretata da un attore solo che fa tutti i personaggi.

Sedici frammenti fatti di scene, dialoghi e personaggi.

È buffo perché già il Woyzeck è di per sé un testo frammentario, “ricostruito” solo dopo la morte dell'autore. Ora sembra che io lo frammenti ancora di più. Alla fine cosa rimarrà? Sabbia? Polvere?

Ma è questo il punto. Non sono spinto verso una riedizione originale del celebre testo. Mi ci immergo dentro per cercare qualcosa di personale, profondo, contraddittorio.

Chiaro che in questa opera io avverta un “grumo poetico” significativo per me, qualcosa di sfuggente, una piccola ferita che brucia. E tuttavia, anche se la fiaba è inconsolabile, renderla in scena è di per sé un atto di ottimismo. Spero che risvegli qualcosa nello spettatore, accenda una scintilla di umanità.

Buchner è morto nel 1837, a 24 anni. Studiava scienze e medicina di giorno, di notte era visionario. Era nato il 17 ottobre del 1813. Insomma, di questi tempi ricorrono i 200 anni dalla nascita. Mentre sono 100 anni da quando fu messo in scena per la prima volta (in Germania, nel novembre 1913).

L'opera piaceva molto a Rilke, ad Artaud. A tanti altri. Alan Berg ci scrisse un'opera: “Wozzeck”, del 1925. Molti conoscono il film di Werner Herzog.

A me piace che Woyzech vada sempre di corsa, questo lo rende maledettamente contemporaneo. "Perché corri così?”, gli chiedono. “Non è normale per uno con la coscienza pulita".

Un'ultima nota: sono felice di presentare questo lavoro in anteprima negli spazi del Tete. Oltre a sviluppare un percorso artistico, la compagnia che lo gestisce ha sempre investito energia sulla qualità dell'accoglienza.