NATI IN CASA

Si nasceva in casa, una volta. Nei paesi c’era una donna che faceva partorire le donne. La “comare”, la chiamavano, era la levatrice, l’ostetrica insomma.

Nati in casa racconta la storia di una donna che fu levatrice in un paese di provincia di un  nord-est italiano ancora rurale. 

Storia tutta al femminile, dunque, storia di una dedizione costante e quasi sommessa al destino di una gente, che dura una vita e che non si risolve mai in un unico eroico gesto ma che rivoluziona il mondo dal di dentro, piano piano. Infatti questa vicenda  non si trova nei libri di storia ma nel ricordo delle persone. L’abbiamo raccolta attraverso tante interviste e disegnata tracciando linee semplici tra un aneddoto e l’altro, memorie di fatti eccezionali solo per chi li vive. Come quando di notte suonava il campanello ed era sempre una corsa, a piedi, col calesse, in bicicletta e persino a dorso d’asino e accompagnata da almeno due persone perché anche la levatrice era una donna e di notte da sola con un uomo “foresto” non si poteva andare; o quando un giorno benedetto ebbe da assistere ben cinque partorienti e in quel piccolo paese nacquero cinque bambini sani in un sol giorno; quando in quella casa fece nascere il decimo bambino, dopo nove femmine, ed era un maschio, che lo alzò al cielo come un piccolo Mosè; e quando una giovane donna incinta che si voleva buttare nel fiume uscì dalla sua casa e non ci si buttò…quando erano così poveri che il bambino appena nato lo adagiarono in un cassetto…Eventi straordinari di vita quotidiana. O eventi quotidiani di una vita straordinaria. Come nascere. Prima la testa, poi le spalle…e sei nato. E attraverso la memoria, una analisi della maternità di oggigiorno : modi, tempi, luoghi, figure professionali e protagonisti reali.

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La storia dello spettacolo

Dopo dieci anni dal debutto, ha superato le 250 repliche, e continua ad essere in repertorio. Partito come prodotto regionale e destinato al pubblico delle piccole stagioni, lo spettacolo sostenuto anche da comunità di ostetriche molto attive su tutto il territorio italiano ha avuto enorme successo: nel settembre 2004 ha aperto una puntata della trasmissione “Report” di Milena Gabanelli dedicata ad un’inchiesta sulla maternità assistita. Nel 2007 il dvd con le riprese dello spettacolo sono state pubblicate nella collana di Teatro Incivile dal quotidiano l’Unità (insieme agli spettacoli di Veronica Cruciani, Emma Dante, Ascanio Celestini, Mario Perrotta, Armando Punzo). Nel gennaio del 2009 il testo di “Nati in casa” è pubblicato da Minimum Fax ad apertura di Senza Corpo. Voci dalla nuova scena italiana, un’antologia curata da Debora Pietrobono sulla drammaturgia italiana degli ultimi anni. Infine, nel giugno del 2010, lo spettacolo è stato scelto per partecipare a Face à face Parole d’Italia per scene di Francia, progetto di promozione del teatro italiano, sostenuto dall’ETI e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi: Giuliana Musso –  con Massimo Somaglino –  è stata tra i 7 autori italiani tradotti ad hoc per la mise en space da parte di artisti francesi al Théâtre de la Ville di Parigi.

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Rassegna stampa

Oggi si nasce in ospedale. Ieri si nasceva in casa. ?“Nati in casa” è appunto il titolo dell’ormai celebre spettacolo-manifesto (che proprio quest’anno compie 10 anni) scritto e interpretato dall’intensa e brillante Giuliana Musso con il regista Massimo Somaglino. Un’opera che da anni colleziona seguaci e adoratori nei più disparati contesti, senza perdere un filo di smalto, adattandosi con agilità e freschezza a ogni situazione: palcoscenici e aule magne, convegni e manifestazioni sul tema del parto, per un pubblico di signore e signori di tutte le età, tra cui studenti, ginecologi, ostetriche, mamme e nonne.

Krapp’s Last Post, Valeria Raccichini

 

“… a conti fatti, il fil rouge, tenuto in mano da una straordinaria Giuliana Musso, illuminata da una nuova, struggente dolcezza di donna e di attrice, conduce altrove, in pensieri lontani (…) si penetra infine nel non-tempo e nel mistero del distacco, dal buio alla luce, dal non-essere all’esserci…”

Il Gazzettino - Angela Felice

 

“…è il quadro di un’umanità vera, segnata da un rispetto innato, forse inconsapevole ma quasi sacro, per il rito del nascere, del vivere e del morire. E di questa umanità la levatrice è un’efficiente esemplare (…) Giuliana Musso asseconda il racconto (…) in un alternarsi di commozione e di riso, di nostalgia e di invettiva, di abbandono alla memoria e di bruschi richiami al presente, che rendono il suo monologare molto avvincente a molto vive le figure che lo animano”

Messaggero Veneto – Mario Brandolin

 

 

“…prende l’avvio la ricostruzione epico-popolare di una figura d’altri tempi, capace di riassumere in se’ tutto il modesto e poco appariscente eroismo dei “senza storia”, fatto di incondizionata dedizione, rispetto e generosità. Una narrazione al femminile in cui è la donna sempre e comunque a riappropriarsi di ciò che in effetti appartiene soltanto a lei (…) Uno spettacolo che merita di essere visto, e non soltanto dalle donne.

Il Nuovo Friuli – Gianni Cianchi

 

 

“… il monologo scritto da Massimo Somaglino che firma la regia e da Giuliana Musso, bravissima interprete (…), rappresenta certamente un piccolo evente da non perdere.

Roma – La Repubblica – Nico Garrone

 

…storie di donne raccontate da una donna: Giuliana Musso è stupenda nel dare vita alle maschere, le voci, le grida e i respiri dei suoi personaggi.

“Il teatro di narrazione ha un nome in più”.

La Nuova Venezia – Roberto Lamantea

 

“Nati in casa, del Teatro Club Udine, l’accattivante comunicativa di Giuliana Musso si articola in una varietà di registri, dall’umorismo, alla tenerezza, alla denuncia civile. Muovendo da una spiritosa mimesi del parto di oggi, superassistito e monitorato, si passa ad una rievocazione nostalgica del mondo delle levatrici, costruita su testimonianze raccolte in Friuli e nel Veneto, con passaggi carichi di emozioni e di ritualità, fino alla denuncia del cinismo dell’attuale politica sanitaria italiana in materia di parto.”

Sipario – Claudio Facchinelli

 

NOMINATION PREMIO UBU 2002

“Giuliana Musso (Nati in casa): novellatrice delicata, equilibrista tra parole e movimento, in grado di rendere spettacolo un monologo.”

Patalogo 2002 – Rossella Battisti

 

 

“Nati in casa di Giuliana Musso e Massimo Somaglino, un monologo denso di memorie – raccolte in giro per un Nord-Est contadino e scomparso intorno alla desueta figura della “levatrice”. Un pezzo di teatro che non risparmia aspre critiche alle “moderne” pratiche ospedaliere relative alla nascita.”

Patalogo 2002 – Mariateresa Surianello