Libero nel paese della resistenza

Giovedì 2 settembre 1943. Ore 11.55. Una giornata limpidissima. Da questa mattina presto che Libero se ne sta alla finestra, guarda fuori e disegna furiosamente. Fra un minuto si scatenerà l'inferno e forse non ci sarà più il tempo per disegnare. O la forza. O la motivazione.

 

Libero nel Paese della Resistenza

Di e con Andrea Brunello. Regia Christian Di Domenico. Composizione artistica Salvatore Crisà. Disegno luci Paolo Dorigatti.

Un viaggio nel favoloso mondo di Libero durante gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale. Libero, che vive con la sua famiglia nel quartiere della Portèla a Trento, è una persona speciale... non guarda mai negli occhi le persone... emette strani suoni invece di parole... non gli piace essere toccato. La gente pensa che lui sia matto. Ma i suoi amici gli vogliono un gran bene. E lui disegna. Disegna sempre.

Protagonisti dello spettacolo sono proprio i disegni che Libero fa giovedì 2 settembre 1943 seduto alla finestra, guardando verso sud, in una corsa contro il tempo... dalle 6.20 fino alle 11.56 della mattina.

Libero nel Paese della Resistenza è una parabola universale dove incontriamo personaggi di tutte le estrazioni sociali a cominciare dalla famiglia di Libero: Cesare classe 1892, Ferruccio classe 1895, Ezechiele classe 1898, Antonia classe 1900 l'unica sorella e suo marito Renato. Mamma Giustina e papà Fortunato. Tutti diversi e tutti accomunati da un pazzo e beffardo destino. Ci sono gli amici di Libero: Rosario il panettiere, Francesco il fruttivendolo, Don Luigi il parroco, Gino il pittore e La Giorgia che è la sua modella. Ma anche il conte Giannantonio, il dottore Mario, Gigino figlio di Cesare Battisti, sua madre Ernesta e La Tina, l'infermierina... Sullo sfondo c'è sempre Mussolini...

Ecco la Portèla, un microcosmo favoloso, il quartiere di Trento antico, umido, muffoso, gonfio di umanità che il 2 settembre 1943 viene devastato dalle bombe di demolizione americane.