Drammaturgia e regia
Roberta Spaventa
Con
Francesca Iacoviello,
Roberta Spaventa
Regia
I video
Gianpaolo Bigoli
con
Nicoletta Giberti
Regia II Video
Cinzia Ghioldi,
Roberto Rabitti
Realizzazioni sceniche
Franco Spaventa,
Jacopo Bassoli,
Antonio Maculan
Costumi
AnnaMaria Basilica
Creazioni fotografiche
Andrea Tsembertzis
Partecipazione Musiche
Zoe Lea
Uno spettacolo sullo scacco della comunicazione, sullo scambio di ruoli vittima/carnefice.
Lo spettatore sarà portato in un mondo bizzarro e grottesco, dove il linguaggio, ai limiti
dell’assurdo, destrutturato e destrutturate, farà da specchio ad un mondo psicotico, caotico e
autoreferenziale dei personaggi, dove il mondo esterno diviene il naturale rispecchiamento dei
giochi di relazione instaurati dai personaggi.
Le attrici incarneranno tale condizionamento,
manifesto e svuotato di essenza, attraverso una recitazione estrema, caricata, sopra le righe durante
tutta la prima parte dello spettacolo..
Parte in cui lo spettatore vivrà, lui stesso, il nonsense e la caotica confusione del proprio agire
condizionato e non consapevole.
Lo spettacolo infatti, con un ritmo serrato e azioni circensi, porta
uno spaesamento e un disorientamento tali da rendere difficile il recupero di un qualche significato,
di un testo, in realtà, ricco di metafore e significazioni.
La seconda parte, invece, è una messa a fuoco senza più alcuna nebbia; diradandosi quest’ultima,
infatti, i personaggi possono finalmente aprire gli occhi e riconoscere colui che per tutto il viaggiospettacolo
era apparso loro come l’autista dell’autobus che invano avevano aspettato tutta la notte.
L’autista si rivela essere un bambino, il loro bambino ferito, che cerca di farsi spazio per guidarle
lungo il loro viaggio.
Le due donne cosi, si rendono finalmente conto che il viaggio da loro
agognato deve necessariamente cambiare verso: “Verso me stessa le mie paure, verso Edokietora”
dice uno dei personaggi.
Ma per raggiungerlo i personaggi dovranno passare attraverso le loro
cecità e i loro ripetitivi schemi comportamentali, vuoti di ascolto e ricchi di memorie traumatiche.
La svolta avverrà nel momento in cui smetteranno di lottare contro: “verso, bisogna andare verso,
lottare contro non serve a nulla è uno spreco di energie”
Lo scacco della comunicazione, l’assenza di un significato esistenziale, quale tema centrale del
‘900, trova dunque una matrice relazionale che ricollegata alla sua origine può portare ad un
profondo cambiamento di verso, in una risoluzione posta non in termini di soluzione incarnante una
verità assoluta, ma un cambiamento di punto di vista, un cambiamento di vettore, verso un senso di
responsabilità e, al contempo, anche di reale potenzialità creatrice.
Verso ha partecipato al Festival Corposamente, direzione artistica Andrea Barnabini, Filetto (RA), 2007;
al Festival Ubusettete, Rialto (Roma), 2007;
al Premio Internazionale Claudio Gora, Roma, 2007;
Festival Nazionale T come teatro, direzione artistica Francesco Zarzana, Modena, 2009.