Drammaturgia e Regia di Roberta Spaventa
Con Angelo Argentina e Santo Marino
Uno spettacolo che parla di uno stato dell’essere, del senso di estraneità dell’uomo di fronte al Confine, qualunque esso sia. Una denuncia esistenziale, ma anche sociale, dove il limite diviene ipotesi del valicabile. Il potere, sovrastruttura silente, toglie all’altro ogni possibilità di azione, oppure lo costringe a una reiterazione perpetua senza possibilità di scelta. Incombe sull’agire umano muovendone le fila e dispensandone l’assoluzione. I due personaggi, Duca e Fido, già vittime nella loro giurisdizione, non avranno così altre chance, neppure oltre il Confine, specchio arido e muto della loro realtà. Fido, nell’attimo di presa di coscienza di una realtà misera e svilente troverà nel proprio annientamento la soluzione per sottrarsi a quel moto perpetuo di sottomissione e Duca, negando in un delirio di onnipotenza la realtà contingente, sarà sorpreso dalla morte, la propria e quella dell’amico fedele. Null’altro resta in un mondo dove il limite si fa barriera invalicabile o invisibile solcatura. L’Altro è un pericoloso estraneo!